La signora Fiamma Petrilli Pintacuda, soprannominata “la guerriera” per le sue battaglie ambientali, negli anni 70 cercò di bloccare la strada inizialmente impedendo l’accesso al terreno di proprietà della sua famiglia e coinvolgendo vari ministri che conosceva. Alla fine, minacciata da un esproprio per utlità pubblica, insieme ai suoi figli donò una striscia di 2 ettari di terreno al Fondo Ambiente Italiano che non è espropriabile.
Così la Costa Selvaggia fu salvata e nel giro di qualche anno divenne un Parco Nazionale, un sito dell’Unesco e più recentemente un’Area Marina Protetta.